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50 anni di Caritas: come far fronte alle nuove povertà

Cronaca - Lucca

LUCCA – In occasione dei suoi 50 anni di attività, la Caritas Diocesana di Lucca celebra questo importante traguardo con la pubblicazione del volume “Piccoli passi possibili” (ed. Maria Pacini Fazzi), un’opera che ripercorre mezzo secolo di servizio e testimonianza nel territorio.

Il testo, arricchito dalla prefazione dell’arcivescovo Paolo Giulietti e dall’introduzione del direttore don Simone Giuli, racconta con realismo e profondità lo stile Caritas: quello di camminare accanto alle persone, promuovendo relazioni, ascolto e segni concreti di speranza.

Il volume si articola in quattro capitoli che offrono un’analisi delle povertà emerse negli ultimi quindici anni, con particolare attenzione a minori, giovani e famiglie fragili, oltre a presentare i progetti concreti sviluppati sul territorio e una mappa aggiornata del disagio sociale nel 2024.

Dall’ultimo rapporto dei Centri di Ascolto emerge un quadro allarmante: 2.601 persone accolte nel 2024, il dato più alto di sempre. Il 68,8% delle richieste proviene da Lucca e Piana, e la maggioranza degli utenti vive in povertà assoluta e in condizioni croniche di fragilità lavorativa, abitativa o sanitaria.

Cresce anche il numero dei “nuovi poveri”: adulti, spesso italiani, colpiti dalla crisi economica o da una precarietà lavorativa diffusa. Oggi il profilo dell’utente Caritas è molto più eterogeneo: metà sono italiani, con una presenza equilibrata tra uomini e donne. Le donne e i giovani lavoratori precari risultano particolarmente esposti, così come le famiglie numerose, i nuclei monogenitoriali e le persone sole, in particolare anziani malati.

L’emergenza abitativa resta una priorità: solo il 9,3% ha una casa di proprietà, e molti vivono in affitto o in condizioni estreme. Anche l’istruzione e la qualità del lavoro sono fattori chiave: oltre il 60% è disoccupato e chi lavora spesso lo fa in modo saltuario o non tutelato.

“Piccoli passi possibili” è molto più di un bilancio: è uno sguardo fiducioso verso il futuro, un invito a non arrendersi, a costruire comunità e generare giustizia sociale attraverso scelte concrete di prossimità e responsabilità.

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